Chi siamo:
Il Coordinamento “Donne in
bilico per la cultura” che nasce dall’idea di alcune
donne impegnate nel settore culturale da anni.
Guardandoci intorno ed
osservando da vicino questo mondo ci siamo rese conto che ci sono tante cose da
dire e tante cose da realizzare per migliorarlo, ma il più delle volte rimangono grandi potenzialità
inespresse. Invece di fare, decidere ed innovare, invece di facce nuove e
vitali, c’è sempre troppa retorica ristagnante.
Donne in bilico per la cultura
hanno, quindi, due obiettivi: mettere in rete chi lavora per la cultura, che
normalmente è diviso e isolato a causa delle sue stesse condizioni lavorative,
e far partire un vero e proprio CENSIMENTO di tutti coloro che operano e
lavorano per i beni e le attività culturali.
Quest’ultimo è il progetto
intorno al quale principalmente si è deciso
di dare vita al coordinamento. Si
vuole, infatti, rispondere ad una necessità molto precisa che è quella di
fornire con serietà “numeri” attendibili per iniziare a
mettere accanto alla parola cultura anche quelle del lavoro ed economia.
Si da il via ad un Censimento
online (di cui verrà dato il link al convegno del 28 marzo) che è rivolto a
donne ed a uomini, ma che parte dalle donne perché rappresentano l’80% del
lavoro nella cultura e quindi ne caratterizzano ed esemplificano bene le
condizioni di “salute”, le principali difficoltà e l’enorme potenzialità.
Presentazione del progetto :
Donne statisticamente in Bilico per la cultura”:
Dai giornali abbiamo appreso, con precisione, il numero di capi ovini
presenti in Italia (per chi fosse interessato 6.790.055). Nel nostro paese
abbiamo una conoscenza dettagliata del numero di aziende con allevamenti e il
relativo numero di bestiame diviso per specie ma se provassimo a fare una stima
di quanti lavoratori sono impegnati nel settore dei beni e delle attività
culturali ecco che i dati cominciano a scarseggiare e l’approssimazione diventa
inevitabile.
Non esiste una “anagrafe”, in alcun modo
assimilabile a quella presente in altri settori che permetta di conoscere
quante siano le donne e gli uomini che lavorano
nella conservazione, spiegazione, valorizzazione e promozione della
cultura.
Conosciamo con precisione solo il numero
dei dipendenti del Ministero per i Beni e le attività culturali: 20.076 nel
2010, di cui 6.414 occupati nel settore tecnico scientifico ovvero il 31,9% del
totale. Ma i numeri forniti dal Ministero non sono certo esaustivi; è
necessario, considerare anche i dipendenti delle amministrazioni locali, delle
imprese a partecipazione pubblico/privato e di quelle private.
Un cono d’ombra oscura e nasconde tutti
quei professionisti che lavorando come imprese individuali e/o come eterni
precari, sono difficilmente raggiungibili e quantificabili dalle indagini
statistiche.
E’ all’interno dei tanti processi
produttivi esternalizzati dalla pubblica amministrazione che i dati si
confondono, si perdono e la ricostruzione dei numeri si complica. Una lacuna
conoscitiva che parla di precarietà e di frammentazione del lavoro, che ha
ripercussioni negative sulla possibilità di costruire misure adeguate di
programmazione ed investimenti in questo settore e di attuare una corretta
gestione delle dinamiche e delle prospettive
di lavoro che la cultura produce.
Allora non resta che CONTARCI da sole,
fornendo le statistiche della realtà in cui lavoriamo da anni.
Quante/i siamo?
Statisticamente quali sono le condizioni
di lavoro che ognuno di noi ha registrato nella propria vita professionale?
Nel silenzio assordante del susseguirsi
di governi che non hanno saputo e voluto prendersi la responsabilità di non credere nel valore sociale della
cultura e dell’elevato ruolo che essa
può svolgere per la crescita civile ed economica del nostro Paese, iniziamo a
“DARE i NUMERI”!!
Non è forse questo che chiede sempre la
stampa ed i giornalisti quando viene proposto loro di fare un articolo e dare
una notizia sullo scempio che si fa della nostra dignità di lavoratrici e
lavoratori? E non è forse sempre grande l’imbarazzo di dover dire che siamo
tantissimi ma che non sappiamo esattamente quanti?
Inoltre, che impatto abbiamo noi sulla
pubblica opinione se le nostre storie, bene che va, sono drammaticamente
pubblicate solo sulla pagina della cultura affianco alla recensione di un libro
o di uno spettacolo teatrale? Come se anche quelli, poi, non fossero lavoro e
saperi e il più delle volte saperi precari e senza futuro.
Allora proviamo a fornire
strumenti per abbattere tutti gli alibi e le scuse per non parlarne, per non
occuparsene, per relegare la “Bellezza” ad un orpello da mostrare sui manifesti
del made in Italy.
Mettiamoci in rete, contiamoci e
partiamo da noi per non lasciarci disperdere più di quanto le nostre condizioni
di lavoro già non facciano.
ISTRUZIONI PER L’USO:
Per compilare la scheda
predisposta per il Censimento clicca su Censimentoonline.
Inserisci i dati relativi alla
tua situazione registrata a marzo 2012.
Tutti i dati che verranno
archiviati, forniranno gli elementi per definire precise statistiche del settore.
Per garantire l’attendibilità dell’indagine è quindi fondamentale la massima
diffusione.
I risultati saranno condivisi con
tutti e sulla base di questi costruiremo insieme la fotografia dei
professionisti del settore culturale.
Anche per questo, quindi, vi
preghiamo di compilare la scheda online in tutte le sue parti.